Dante 700: Panini di Ozzano pubblica una edizione limitata della Divina Commedia

Il meraviglioso manoscritto della Divina Commedia, voluto da Federico da Montefeltro, rivive oggi in una nuova edizione speciale, grazie alla collaborazione tra Franco Cosimo Panini, Biblioteca Vaticana e Treccani
Un'immagine deli libro che riproduce le splendide miniature della Divina Commedia

Il 25 marzo è la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, istituita nel 2020 dal Consiglio dei ministri su proposta del Ministro Dario Franceschini. Per il 2021 è stato Roberto Benigni ad aprire l’anno dantesco il 25 marzo scorso (Dantedì) con la lettura di un canto della Divina Commedia, alle 19.15 in diretta da Quirinale e alla presenza del Presidente Mattarella. E altrettanto ufficialmente, a fine anno, sarà il maestro Riccardo Muti a chiuderlo con tre concerti da Verona, Ravenna e Firenze, le tre città dantesche per eccellenza.

L'edizione del 2021, tra l'altro, è quella più significativa perché avviene nel settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta. A latere delle manifestazioni ufficiali indette da fondazioni, istituti culturali ed enti pubblici, anche il mondo dell'editoria partecipa a questo rinnovato interesse per la figura e le opere dantesche ed è in quest'ambito che nasce l'opera del Gruppo Panini. Infatti, in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante, l’editore Franco Cosimo Panini, presente anche ad Ozzano con la sede di via Liguria, in collaborazione con la Biblioteca Apostolica Vaticana e Treccani, ha realizzato un' edizione totalmente fedele al meraviglioso manoscritto commissionato da Federico da Montefeltro, il cui originale è conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. Dai colori delle miniature alla raffinata rilegatura, questa edizione richiama tutti i preziosi dettagli del codice originale, archiviato come "Urbinate Latino 365". Questo esemplare della Divina Commedia è considerato uno dei più rari e preziosi della cultura occidentale medievale, al pari di altri capolavori antichi e preziosissimi, quali: la Bibbia di Borso d’Este, il piccolo Libro d’Ore Torriani, il Lezionario Farnese e il Très Riches Heures del Duca di Berry. Tutte opere, realizzate a tiratura limitata e presentate, asuo tempo, da studiosi di fama mondiale, quali Umberto Eco, Antonio Paolucci, Vittorio Sgarbi, Flavio Caroli, Cristina Acidini e Federico Zeri.

Il Gruppo Panini,con sedi a Modena ed Ozzano Emilia e noto ai più per le famosissime figurine dei calciatori, è, in realtà, un solido gruppo che rappresenta un'eccellenza del nostro sistema produttivo locale, che, quindi, può vantare realtà consolidate non solo nel packaging, nella meccanica, nella farmaceutica e nella ricerca, ma anche in questo settore specifico che attiene la mondo della cultura e dei libri.

La storia dell’Urbinate Latino 365

La più bella copia della Divina Commedia che sia mai stata realizzata nasce nella corte del duca di Urbino, Federico da Montefeltro. Intorno al 1475, il duca commissionò a Matteo Contugi, rinomato copista conosciuto per aver prestato servizio nelle più importanti corti rinascimentali italiane, e a Guglielmo Girardi, miniaturista di scuola ferrarese, una ricca e prestigiosa edizione della Divina Commedia. Il manoscritto era destinato agli scaffali della più illustre e rinomata biblioteca dell’epoca: quella personale del duca Federico, conservata all’interno del palazzo ducale. Insieme a un altro importante miniaturista dell’epoca, Franco dei Russi, la bottega completò l’Inferno e gran parte del Purgatorio.

In seguito alla morte del duca, avvenuta nel 1482, la realizzazione del manoscritto venne bruscamente interrotta. Continuò solo un secolo dopo, agli inizi del Seicento, grazie all’intervento di Francesco Maria II della Rovere, ultimo duca di Urbino, che decise di affidare la fine del Purgatorio e l’intero Paradiso al miniaturista Valerio Mariani. Venne alla luce così uno dei più raffinati codici miniati della Divina Commedia.

Francesco Maria II della Rovere non lasciò alla sua morte eredi maschi. La casata dei Della Rovere si estinse e, di conseguenza, lo Stato di Urbino passò nelle mani del papa dell’epoca, Urbano VIII. Fu solo però nel 1657 che il papa Alessandro VII Chigi decise di acquistare l’intera biblioteca del duca di Montefeltro. Il manoscritto urbinate della Divina Commedia fu trasferito così nella Biblioteca Apostolica Vaticana, dove venne arricchito con una rilegatura in velluto rosso e decori barocchi dorati. Oggi è conservato ancora lì sotto il nome di Urbinate Latino 365 ed è tuttora considerato uno dei più importanti se non il più importante manoscritto della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Data dell'articolo: 

20 Aprile 2021